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Al numero 86 della centralissima via Condotti, a due passi da piazza di Spagna e da Trinità dei Monti, si trova il Caffè Greco, uno dei più antichi caffè d'Italia, secondo solo al Florian di Venezia. Re, regine, scrittori, pittori, poeti e persino indiani e cowboy, Toro Seduto e Buffalo Bill ...

Al numero 86 della centralissima via Condotti, a due passi da piazza di Spagna e da Trinità dei Monti, si trova il Caffè Greco, uno dei più antichi caffè d'Italia, secondo solo al Florian di Venezia. Re, regine, scrittori, pittori, poeti e persino indiani e cowboy, Toro Seduto e Buffalo Bill, ne sono stati avventori più o meno assidui. Dalla fine ‘700 ogni artista teneva ad  accreditarsi nel cenacolo degli intellettuali che qui aveva sede.Entrare in questo locale oggi equivale a fare un viaggio nel tempo: i tavolini con marmi antichi sembrano popolati da personaggi di altri tempi, intenti a scrivere un racconto, una poesia o leggere un libro in attesa che venga servito loro un caffè. Caffè sempre uguale versato nelle stesse tazzine cerchiate di arancione da camerieri rigorosamente in frac. La stessa tazzina sembra sia stata inventata quì come escamotage per ridurre di un terzo la quantità della bevanda, quando il prezzo del caffè divenne proibitivo a seguito del blocco del commercio imposto nel 1806 da Napoleone, e quando le altre caffetterie lo eliminarono dal menù. Se non fosse per le bustine di zucchero, si potrebbe essere in qualsiasi epoca, da quel lontano 1760, anno in cui l'esistenza del Caffè Greco fu ufficialmente registrata nel censimento della parrocchia di S. Lorenzo in Lucina, prova evidente di preesistenza del locale stesso. In effetti il Settecento vide un fiorire di Caffè in  ogni città europea, risultato di una importazione ormai solida e diffusa della bevanda. Assieme ad essa si diffondono idee libertarie ed innovative tra gli intellettuali dell'epoca, che danno vita a cenacoli di letteratura, di filosofia, di scienza e di politica. Nasce nel 1764 addirittura un giornale, "Il Caffè", fondato a Brescia dall'illuminista Pietro Verri, che rimanda sulla carta l'immagine della nuova moda di idee e di costumi.  Così è anche per il Caffè Greco. Ci passano Antonio Canova, D'Annunzio, Thomas Mann Liszt, Bizet, Gogol, Wagner, Goethe, Casanova, Stendhal, assieme a tanti altri artisti, musicisti, pittori, scultori. Renato Guttuso ritrae  il Caffè Greco in uno dei suoi più celebri dipinti e il locale stesso è oggi la più grande galleria d'arte privata del genere, aperta al pubblico con oltre trecento opere raccolte in un apposito catalogo, autografi, lettere, fotografie, disegni. Un patrimonio storico e culturale non solo romano, compreso nella lista delle Botteghe Storiche del Comune.  E così oggi sul divano proveniente dal soprastante appartamento in cui soggiornò per lungo tempo Andersen, siede un turismo di massa che tuttavia l'atmosfera d'epoca riesce ancora a nobilitare.

Di Carmela Marocchini in collaborazione con Roberto Cattalani

 

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