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SpeakItalianInRome

Apprendre la langue italienne à Rome

Tra i diversi motivi che spingono a studiare una lingua, l’Italiano, in questo caso, vi è anche quello di ridare un suono alla propria storia personale. Nella mia esperienza di insegnamento dell’italiano a stranieri, più di una volta mi sono trovata di fronte a studenti dagli inconfondibili nomi e cognomi italiani, ma che dell’Italia non avevano personali ricordi. Spesso mi parlavano di nonni o genitori che, per lavoro, lasciarono l’Italia. Accanto a racconti e ricordi indiretti, niente altro venne loro tramandato, per una volontaria rinuncia parentale alla propria lingua, in cambio di una possibile, rapida integrazione. Per la maggior parte, poi, non di lingua italiana nazionale si trattò, ma di dialetto regionale, poiché erano i più poveri, di solito semi o totalmente analfabeti, ad emigrare. Così, chi per amore, o chi per nostalgia ha mantenuto un rapporto linguistico con l’Italia, spesso si esprime in dialetto locale, peraltro cristallizzato al secolo passato (ma quanto adoro ascoltare l’incerto molisano di Robert De Niro, che per me resta l’eterno ragazzo di C’era una volta l’America!!). L’emigrazione italiana, soprattutto del centro sud, Sicilia compresa, è stata purtroppo una costante, a partire dall’Ottocento. Per questo, imparare l’Italiano significa per molti ritrovare il sogno di una terra perduta. E’ il recupero di una propria storia, di affetti lontani, di abitudini e tradizioni non del tutto scomparse, di una cultura che non ha perso la propria identità.