E’ “La” festa nazionale. Volete sapere il motivo per cui si festeggia? Due velocissimi passi nella storia per trovarne il perché.
Il 10 giugno 1940 l’Italia fascista di Mussolini entra in guerra. Il 10 luglio del ’43 gli americani sbarcano in Sicilia, progressivamente risalendo in conquista il Paese. il 19 dello stesso mese Roma viene bombardata, l’8 settembre viene firmato l'armistizio con gli Alleati. Contemporaneamente
altri protagonisti entrano nella storia, dando vita ad un movimento collettivo di opposizione armata, la Resistenza: italiane ed italiani che in prima persona si schierano per la libertà e l’uguaglianza senza paura di mettere in gioco la loro stessa vita. Scrive alla madre Domenico Caporossi, 17 anni, elettricista, un’ora prima di essere fucilato : “vado a morire, ma da partigiano, col sorriso sulle labbra ed una fede nel cuore. Non star malinconica io muoio contento”.
Pochi giorni dopo, per l’Italia inizia di fatto la guerra contro la Germania, fino a quel momento alleata, guerra di fame, distruzione, violenze e massacri, come tutte le guerre.
Il 25 aprile 1945 i Partigiani, supportati dagli Alleati, entrano vittoriosi nelle principali città italiane, mettendo fine al tragico periodo di lutti e rovine e dando così il via al processo di liberazione dell'Italia dall'oppressione fascista e nazista.
In Italia è solo “Il 25 aprile”. Tutti lo capiscono, anche senza precisarne l’anno: ovunque giornata di celebrazioni e di memoria, di presenza dei partigiani e combattenti sopravvissuti al tempo, di associazioni, di gente, gente di tutte le età, e di molti giovani, giovani come quelli di allora. Si fa musica, si canta. Bella ciao risuona anche in piazzale di Porta S.Paolo a Roma.
Quest’anno una novità: In tante città italiane si recupera la memoria di coloro che si fecero partigiane e partigiani per la Resistenza ed anche la figura e l’idea di Antonio Greppi, parlamentare socialista, avvocato, scrittore e commediografo, primo sindaco di Milano, che volle chiudere con guerra e dolore organizzando la Festa della Fraternità. Anche con il proprio di dolore, per la morte del figlio Mario, ucciso un anno prima dai fascisti. Dunque, come la notte del 14 luglio del 1945, quando tutta Milano divenne pista da ballo con l’orchestra di Gorni Kramer sul palco e musicanti in ogni piazza, da Torino a Palermo sono numerosi gli appuntamenti del 25 aprile, liberi anche di cantare e ballare, nella notte del 24.
A Roma piazza Vittorio sarà dedicata al tango anche perche “se fosse semplicemente una questione di passi, sarebbe solo un ballo”…
Il modo di dire: darsi alla macchia, rendersi latitante, nascondersi nel fitto di un bosco per non farsi vedere e sfuggire così alla cattura, (come i briganti e, appunto, i partigiani)
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