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Non è mai troppo tardi fu una storica trasmissione dell'allora giovane RadioTelevisione italiana, acquistata a rate nel salotto buono delle case degli italiani appena qualche anno prima. Una televisione "buona", allora...

Non è mai troppo tardi fu una storica trasmissione dell'allora giovane RadioTelevisione italiana, nel televisore acquistato a rate per il salotto buono delle case degli Italiani appena qualche anno prima. Una televisione "buona", allora, senza talk show chiacchiericci e maleducati, e la tristezza di vedersela con gli Amici di Maria De Filippi e col Grande Fratello. Una amica vera, che aveva a cuore il problema di una Italia premoderna lanciata verso il Boom e le sue contraddizioni, ma che ancora faticava a leggere e a scrivere e far di conto. Come fare? La trasmissione nata dalla collaborazione tra RAI e Ministero della Pubblica Istruzione trovava in Alberto Manzi, classe 1924, l'uomo, anzi, il Maestro ideale. Alberto Manzi alla scuola ci credeva e se l'era guadagnata anche a botte, ad insegnare nel 1948 nel carcere minorile Aristide Gabelli di Roma, ragazzi dai 9 a poco più di 17 anni, più o meno come lui, di 22. Loro: Tu ti metti in un angolo leggi fumi e noi abbiamo quattro ore di tranquillità!! Lui: Ma lo Stato mi paga per insegnare!. Loro: Allora te la giochi la partita? Lui: A carte? Loro: No, a cazzotti con Oscar. Aveva fatto la guerrra,Alberto, quattro anni di Marina, e la boxe l'aveva imparata perciò vinse...e conquistò anche la classe. E fu un bene per quelli, così come per i ragazzini della scuola elementare Fratelli Bandiera di Roma. Poi gli studenti se li trovò sull'altopiano andino, in Perù, in Amazzonia, tra gli indios, dal '57 al '77, minacciato ed accusato di guevarismo e di papismo, in contrasto con il Governo che non permetteva si diffondesse l'istruzione e in dubbio con la Chiesa che non si muoveva più di tanto. E in TV? Non ci teneva troppo di apparire, uomo dal fare modesto e semplice e, allo stesso tempo, grande lottatore, scomodo perchè sincero, all'avanguardia e uno che non mollava mai. Alberto Manzi viene mandato dal Provveditore a fare un provino per la trasmissione perchè da marzo alla fine di ottobre, ancora non si era riusciti a trovare nessuno. Gli danno una cosa già redatta. Posso fare di testa mia o devo recitare? Chi ha scritto questa lezione non capisce proprio niente!! E la strappa. Datemi dei fogli da pacco. Corrono a comprarli al bar, una decina, un carboncino: iniziano i disegni dalle linee nere morbide e veloci con cui il maestro affascina i telespettatori analfabeti, mentre parla di vocali e consonanti perchè aveva capito che la tv è immagine, movimento, e bisognava usare lo stesso linguaggio. Fu un mix perfetto. Così, tra aste e mani callose dei contadini anziani che per la prima volta impugnavano una penna, Non è mai troppo tardi fu un successo. Trasmessa dal 15 novembre 1960 al 1968, fu imitata da 72 altri Paesi. La buona tv, intanto, con la ERI, casa editrice della RAI, pubblicava materiale ausiliario per le lezioni, quali quaderni e piccoli testi e circa un milione e mezzo di italiani riuscirono ad ottenere la licenza elementare, tra cui molti dei nostri nonni. Scomodo, Alberto Manzi, perchè diceva di no: nel 1981 si rifiutava di redigere le schede di valutazione degli alunni, perchè il bambino cambia e se gli do un giudizio negativo invece quello rimane. Rimane lui senza stipendio per quattro mesi, per aver disubbidito al Provveditore. Testardo e umano, Alberto Manzi, perchè continuava a dire di no: l'anno dopo su tutte le schede di valutazione timbra FA QUEL CHE PUO' QUEL CHE NON PUO' NON FA, giudizio scientifico, niente da eccepire. Invece viene denunciato alla Procura della Repubblica. Il giudice: Ma Lei li ha presi in giro, lo ha scritto con il timbro! L'anno successivo il Maestro scrive FA QUEL CHE PUO' QUEL CHE NON PUO' NON FA su tutte le schede, una per una, ma stavolta a mano! Alberto Manzi muore nel 1997, dopo una vita piena di passioni, emozioni, esperienze, studi, scritture, battaglie, per le quali non è mai troppo tardi. E la TV, nel frattempo, si era già traformata in ..."cattiva maestra"!

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