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Bastano le fontane per giustificare un viaggio a Roma: il poeta Shelley, esprimeva così il suo amore per la Città Eterna, definita dagli antichi romani Regina aquarum. E, in effetti, le Fontane di Roma dimostrano come i romani...

Bastano le fontane per giustificare un viaggio a Roma: il poeta Shelley, esprimeva così il suo amore per la Città Eterna, definita dagli antichi romani Regina aquarum. E, in effetti, le Fontane di Roma dimostrano come i romani abbiano sempre avuto una grande  passione per l'acqua e come  tale passione abbia preso forma con la realizzazione  di oltre 2.000 fontane che ancora oggi ornano vie e piazze, onorando le “mode” del proprio tempo, gli artisti e, per lo più, il nome dei nobili committenti che il tempo volevano sfidare. Stranamente gelate nei rari freddi inverni romani, l’acqua scorre invece abbondante e disegna di iridescenze d’arcobaleno l’aria scaldata dal sole. Perché, dove mai si è vista una fontana col coperchio? A Roma c'è La Zuppiera e la storia andò così: originariamente la fontana era posizionata a Campo de’ Fiori, ma, durante il mercato mattutino, i commercianti erano soliti lavarvi dentro frutta, verdura, pesce e quant’altro! La cosa andò avanti, fino a che Gregorio XV, l’ allora papa, prima decise di coprirla con un marmoreo, per così dire, opercolo, contro l’incuria cittadina, poi la spostò definitivamente in Corso Vittorio, di fronte alla Chiesa Nuova. Per reazione, i cittadini romani (incuranti, ma anche permalosi) per vendicare l’affronto perpetrato nei loro confronti la battezzarono, appunto,  Zuppiera,  fantasioso scherno che dura fino ad oggi!

Si spostò, ma di poco, anche la fontana di piazza Santa Maria in Trastevere, nata intorno alla metà del XV secolo, probabile rifacimento di una precedente fontana romana alimentata, fino al IV secolo, dall’acquedotto dell’”Aqua Alsietina”. Perciò lunga vita e alquanto movimentata: a base inizialmente quadrata con due catini circolari sovrapposti, riceveva acqua da canalizzazioni derivanti da sorgenti sul Gianicolo, ma a causa della bassa pressione se ne dovette modificare l’aspetto, con l’eliminazione del catino più alto. L’aspetto attuale è dovuto a vari restauri, nonché ad uno spostamento all’interno della piazza ed al passaggio dell’alimentazione all’“Acqua Felice”.

Altre fontane trovarono differente collocazione in città, smontate e rimontate come i pezzi del meccano, la fontana di piazza S.Marco, dei Dioscuri, del Trullo ...e ancora.   L’ultima, in ordine di tempo, ad aver cambiato il panorama è la Fontana delle Anfore, progettata negli anni '20 per la piazza centrale di Testaccio da Pietro Lombardi. L'architetto usava realizzare fontane ispirandosi ad elementi caratteristici del luogo. In questo caso, Testaccio è rappresentato dall’anfora, perché, come i più sanno,  il quartiere prende nome dalla collina che lo sovrasta, il Monte dei Cocci,  risultato dell'accumulo in bell'ordine di 53 milioni di cocci (testae, in latino) di anfore olearie che, per motivi di igene non potevano essere riutilizzate dagli antichi commercianti romani. Dunque, un'unione di anfore "romane" ne costituiscono il nucleo centrale ed altre se ne trovano alla base. Nel 1935, però, a causa di un cedimento del terreno, la fontana fu trasferita, in piazza dell'Emporio, davanti a Ponte Sublicio,  per poi ritornare, appena qualche anno fa, nella sua collocazione originaria, al centro di piazza Testaccio,  

Carmela Marocchini in collaborazione con l'arch. Roberto Cattalani

 

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