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Pochissime immagini d’epoca ci mostrano oggi come doveva essere l’Acquario Romano in quel lontano 29 maggio del 1887, giorno della sua inaugurazione. L’idea di costruire lo stabilimento di piscicultura a Roma si deve a ...

Pochissime immagini d’epoca ci mostrano oggi come doveva essere l’Acquario Romano in quel lontano 29 maggio del 1887, giorno della sua inaugurazione. L’idea di costruire lo stabilimento di piscicultura  si deve a Pietro Garganico, imprenditore comasco, che giunto a Roma all’inizio degli anni ‘80 realizza l’opera, su progetto di Ettore Bernich. Una novità che cerca il consenso, perciò l'opera trova un compromesso  tra il gusto della borghesia emergente del nascente quartiere dell’Esquilino e le nuove tendenze tecnico-costruttive applicate alla progettazione architettonica. I progetti presentati alle autorità comunali a partire dal 1880 si inseriscono in un preciso orientamento politico e di sviluppo, coerente ai coraggiosi indirizzi ideologici dell' ingegner Quintino Sella, allora ministro dell'Economia, ed alla sua idea di Roma fortemente caratterizzata come centro della scienza. Dall’Unità d’Italia fino agli anni '80, infatti, si privilegia l’istituzione di strutture scientifiche per uniformare la città alle moderne capitali europee e segnare in modo inequivocabile l'aspetto laico  del nuovo Stato. Proposta particolarmente significativa quella del Garganico, in una città che rischiava di essere soffocata nel suo ruolo di moderna capitale dalla stessa grandezza del suo passato e delle sue memorie storiche.

Pensato inizialmente per essere localizzato in via Nazionale, ridefinisce in seguito il “vuoto” nella scacchiera geometrica dell’area centrale di piazza Manfredo Fanti; ciò sulla base di una  metodologia progettuale non diversa, come concezione urbanistica, da quella che determina le piazze Vittorio Emanuele, Dante e  Guglielmo Pepe. Le antiche immagini mostrano un edificio classicheggiante, rispondente al gusto della borghesia dell’epoca, e ispirato alle tipologie romane dell'anfiteatro nell'aspetto generale dell'esterno ellittico e del ninfeo.  L'interno è di gusto eclettico: la struttura con  colonne di ghisa e la copertura a lucernario si ispirano alle novità dell' architettura del ferro, in quel periodo diffusa in tutta Europa. La decorazione pittorica invece  è di gusto "pompeiano", con scene che rappresentano divinità mitologiche legate al mare e all'acqua. A terra ,risalta un pavimento in mosaico policromo.

Contemporaneamente nasceva il quartiere Esquilino voluto dai Piemontesi: nel giardino dell’Acquario ci sono i resti di edifici di epoca romana e delle antichissime  mura serviane, ritrovati durante gli scavi, nel 1875.  L'edificio ha avuto una storia tormentata, conscendo nel tempo successivi usi e trasformazioni: sede di un acquario, deposito del vicino teatro dell'Opera, luogo per fiere e rappresentazioni varie, oggi è la sede della  Casa dell’Architettura.

in collaborazione con l'architetto Roberto Cattalani

 

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