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Street Art a Tormarancia

La Street Art nasce come evoluzione del graffitismo separandosi dall'iniziale forma di ribellione personale dell'artista contro la società. E' forma d’arte spontanea, contestuale e il più delle volte gratuita...

La Street Art nasce come evoluzione del graffitismo separandosi dall'iniziale forma di ribellione personale dell'artista contro la società. E' forma d’arte spontanea, contestuale e il più delle volte gratuita. E' degli ultimi anni il fenomeno dei grandi murales dove le opere traducono l' esigenza di espressione in una tensione costante verso la comunicazione di massa e la partecipazione del pubblico al senso degli interventi. E' successo in alcuni quartieri popolari di Roma e di recente, con il progetto Big city life, a Tormarancia (soprannominata Shangai per la povertà del nucleo originario degli anni '20), l’ultimo ad essere stato completamente trasformato e quasi reso irriconoscibile dall’opera di 20 artisti internazionali di 10 Paesi, che su 11 palazzi delle case popolari hanno disegnato 20 murales monumentali: 70 giorni di lavoro per 12 ore al giorno, 765 litri di vernice, 974 bombolette spray, per una superficie di totale di più di 2.500 metri quadrati. Animali surreali, mostri giganteschi, volti, super eroi, ipnotiche forme astratte, fantasy, vintage, in un trionfo di colori che racconta un desiderio di bellezza. E non solo. I murales nascono anche dalle storie di chi lì vive o di chi vi ha vissuto. Storie difficili come quella di Luca, morto mentre giocava a calcio ed ora sale scale colorate e guarda oltre i palazzi di cemento del caseggiato o quella di Andrea che da ragazzino perse la mobilità degli arti inferiori. A regazzì, ma nun lo vedi che sta madonna l’hai fatta troppo cicciona?: inizialmente, gli abitanti, sospettosi e severi rispetto al cambiamento, hanno poi collaborato con gli artisti, parlando, raccontando, suggerendo. Oppure semplicemente vivendo: Cascata di parole si ispira ad un fatto contingente, una viva discussione tra due abitanti di piani diversi del complesso, Il vento nasce dall'osservazione di una residente di passaggio, che dopo aver osservato tutti quei tratti spezzati e dinamici, ha chiesto se si trattasse, appunto, della rappresentazione del vento: tanto è bastato all'artista per decidere il nome del suo murale. La vecchia Shangai è ora Museo a cielo aperto e meta di turisti ed amanti dell'arte. Prima non veniva mai nessuno a visitarci, adesso un sacco di gente torna in borgata, dice un altro abitante del quartiere. Nel cortile del caseggiato intanto sono spuntati cartelli improvvisati scritti a penna dai condomini per i turisti: Per i visitatori: questo è un condominio, si prega di non gettare le cartacce a terra.

Carmela Marocchini in collaborazione con l'arch. Roberto Cattalani

 

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