Lungo il loro elenco: basilico, salvia, rosmarino, prezzemolo, alloro, origano, erba cipollina, finocchio, menta, maggiorana, timo, malva, crescione, tarassaco, acetosa, borragine, pratolina…e ancora, fino ad arrivare, in alcune parti, da noi, a un tipo di bietola, ovvero a quella verdura simile agli spinaci ma meno amarognola, o al radicchio di campo. Insomma, quelle che si raccoglievano una volta, approfittando di una bella scampagnata a primavera. Oggi si vendono al supermercato, fresche, già pulite, in sacchetti su cui c'è scritto, appunto...”erbette”! Diverse dalle “erbe”, verdure più grandi, che si usano generalmente lessate, come spinaci o bietole dalle coste larghe e bianche.
Le parole Erba ed Erbetta: il secondo alimento trascina con sé il vocabolo di origine, che pur presentando –etta, uno dei suffissi tipici dell’alterazione, assume un significato proprio, del tutto autonomo e diverso da quello di un alterato. Per questo, I cosiddetti falsi alterati (o alterati lessicalizzati) nel vocabolario sono registrati come voci a parte.
L’immagine potrebbe essere questa: attraversate il (tino/) tinello e in cucina vi chiedete : (riso/) risotto o (spaghi/) spaghetti? E poi, (involto/) involtino o (polpa/) polpetta? Per contorno? (zucca /) Zucchina o (fagioli /) fagiolini? E al ragazzino, (semola/) semolino o un rapido (pane/) panino? E c’è ancora il (pasto/) pastone per il cane? Valutate meglio e infine accendete il (forno/) fornello, soffriggete in olio della cipolla, aggiungete acqua e tutte le verdure che avete a disposizione, salate, pepate, lasciate bollire sul (forno/) fornello almeno mezz’ora. Ecco, avete “alterato” tutti gli ingredienti per realizzare un buon (minestra/) minestrone. A fine cottura, aggiungete almeno un’ (erba/) erbetta, il basilico, profumatissimo e
Buon Appetito
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