LINGUA E CULTURA ITALIANA
L’apprendimento linguistico procede a sbalzi e in modo irrazionale.
Ti racconto la storia di Nao, una studentessa giapponese di circa vent’anni che ho ospitato a casa mia con un corso di italiano in homestay.
Quando ha bussato alla mia porta, l’ho accolta e già dopo qualche minuto mi sono messa le mani nei capelli!!
La ragazza era carina e gentile, ma di italiano sapeva veramente... 3 parole!!
E sarebbe rimasta solo due settimane!!
Pensavo con preoccupazione che il periodo sarebbe stato davvero insufficiente per raggiungere un livello accettabile di conoscenza della lingua.
Iniziai la serie delle lezioni con l’ascolto di canzoni semplici che cantavamo insieme. La cosa le piaceva e si divertiva.
Andando avanti, mi accorsi che sapeva la grammatica italiana alla perfezione, portava a termine gli “esercizi” in modo quasi del tutto corretto ma parlare … niente!!
Continuammo con ascolti, video e giochi, brevi conversazioni e leggere attività.
Piano piano, conoscendoci e approfondendo anche il rapporto tra di noi, superando la timidezza, l’Italiano veniva fuori giorno dopo giorno e la grammatica delle regole si trasformava in qualcosa di vivo e consapevole, diventava linguaggio parlato, quotidiano.
Ci salutammo dopo il periodo stabilito, ambedue più che soddisfatte: con me, il codice (la lingua) libresco e astratto era diventato strumento individuale di comunicazione sociale; lei, perché se ne andò padroneggiando con sufficiente disinvoltura una lingua così distante dalla sua e con tutte le possibilità necessarie a ulteriori approfondimenti.