Quando il cibo da bisogno necessario per mantenersi in vita si configura anche quale esigenza, perchè contiene ricerca e fantasia, e dunque rientra nella sfera dell’umano? Il lupo che azzanna e divora l’agnello lo fa solo per saziare la fame e sopravvivere. In cucina invece si scatena l'immaginazione: associare ingredienti, inventare varianti, creare forme, scegliere colori e profumi, fino alle estreme raffinatezze. Il cibo entra addirittura nell' università, non solo per l’aspetto gastronomico, ma in relazione ai diversi aspetti della cultura fino alle espressioni più insospettate.
Perciò, siccome anche l'occhio vuole la sua parte (si dice quando si desidera che qualcosa, oltre a essere utile, possa appagare anche il senso estetico) ecco Song, divertente progetto della designer francese Julie Rothhahn, tris di torte la cui forma ricorda quella dei vecchi vinili. Con della bella glassa di cioccolato, di pistacchio o di gelatina di albicocca, come vecchi LP suonano sul piatto tondo del giradischi. Mangiarsele con gli occhi (si dice quando si prova un assoluto ed estremo desiderio per qualcuno o qualcosa), è proprio il caso di dirlo! Ogni torta rappresenta un sentimento e, nelle intenzioni della designer, deve essere capace di esprimere emozioni attraverso il suo sapore, il colore della copertura e il suono che è in grado di produrre. Ben più del suo connazionale Marcel Proust, rapito dai ricordi dietro al profumo della mitica madeleine!
in collaborazione con Roberto Cattalani, Architetto
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