Per meglio capire il perché delle molteplici trasformazioni che l’Acquario di Roma ha avuto nel corso di più di cento anni e che ne modificarono in parte la struttura originaria, occorre sapere che il progetto nasceva già con aspetti “polivalenti”. Pietro Garganico, promotore dell’idea del primo stabilimento di piscicoltura di Roma, si dovette probabilmente adattare e modificare alle diverse esigenze del nuovo quartiere Esquilino. Non stupisce quindi che gli aspetti ricreativi dell’iniziativa furono potenziati ulteriormente nel progetto definitivo dell’architetto Ettore Bernich, qualificandolo come punto di ritrovo per la vita di relazione e di incontro, sia nel periodo invernale che all’aperto nella buona stagione. Il bellissimo Acquario diventa uno degli edifici ad uso pubblico più significativi dell’area.
A partire dal 1885, si delinea quella che sarà la futura e consolidata immagine dell’Esquilino, quartiere a carattere popolare piuttosto che borghese. Dal 1893 al 1900 l’edificio risponde agli usi più svariati. Sono ancora funzionanti, almeno fino al 1894, le vasche con i pesci nella sala centrale. Questa e le gallerie vengono adibite di volta in volta ad esposizioni vinicole ed alimentari, assemblee e riunioni delle associazioni più diverse, esposizioni artistiche, concorsi pubblici, palestra per le scuole. Nel 1895 il Comune elabora un progetto per la trasformazione in stabilimento di bagni pubblici, restituendone nel contempo la primitiva destinazione. Dal 1910 agli anni ’20, l’Acquario è un teatro di carattere popolare, palcoscenico anche di attori come Petrolini e Viviani, sala cinematografica e a volte circo equestre. Nel 1930 risulta essere adibito già da tempo a magazzino del Governatorato, in cui tra l’altro vengono conservati gli scenari del Teatro dell’Opera. Negli anni del fascismo, con il consolidarsi di “nuovi” orientamenti di gusto, l’edificio é considerato una “bruttura”, una emergenza troppo ingombrante ed antiquata. Demolirlo, lasciando a verde l’area della piazza? Utilizzarlo come stazione per le autolinee verso i paesi del Lazio e dell’Abruzzo? Si discute anche, nel 1940, sull’eventuale trasformazione del “brutto” fabbricato a cinema teatro con ristorante e taverna. L’edificio continua a svolgere nel tempo attività polifunzionali. E’ sede di uffici elettorali, dell’ufficio tesseramento, ospita materiale dell’Ente Assistenza Roma mentre per il Teatro dell’Opera serve da magazzino di scena. Alla fine del 1984, il Comune dà inizio dei lavori di risistemazione che recuperano quasi totalmente la fisionomia originale dell’Acquario. E’ oggi prestigiosa sede dalla Casa dell’Architettura.
In collaborazione con Roberto Cattalani, Architetto
Fonte: sito web del Comune di Roma
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