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SpeakItalianInRome

Apprendere la lingua italiana a Roma

"Adesso" oppure "ora"? Una mia studentessa mi chiede quali dei due usare. Rispondo ” E’ uguale. Quello che ti piace di più". Meraviglia straniera!! Mi chiede ancora “Perché ci sono due parole per indicare la stessa cosa”? In effetti non è “logico”, ma in questo caso non c’è proprio differenza , non siamo computer, si tratta di stile personale, di scelta linguistica propria. Le sfumature di significato che caratterizzano la lingua italiana e che danno vita all’enorme quantità di sinonimi tra aggettivi, verbi, ecc. in questo caso si annullano nella misura del tempo. Fratelli gemelli sono anche “in questo momento” e “ mo' ”, di gergo dialettale. Meraviglia delle meraviglie straniere!! Lo stesso avviene per altri avverbi o locuzioni avverbiali. Ed ecco allora: dopo/poi/in un secondo momento, per un’azione successiva all’enunciazione presto/subito/immediatamente/istantaneamente/seduta stante, per un’azione che si è svolta, si svolge o si dovrà svolgere in brevissimo tempo, prima del tempo previsto talvolta/talora, per un’azione che si svolge a intervalli irregolari già/ormai/oramai, per un’azione che si è compiuta, è giunta a maturazione mai/giammai, per un’azione che non si è svolta, non si svolge, né si svolgerà in nessun tempo Quale scegliere? Beh, di volta in volta, provateli, tutti! #homestay #studywithteacher #studywithme #italianclasses #learnitalian #rome #vacanzeromane
The time seems to have gone when there was a clearly defined distinction between the three Italian personal pronouns that correspond to “you” in English, when one is speaking or writing directly to an interlocutor. These are tu (for children, friends and family), Lei (for social equals in a formal context or as a sign of respect for older people) and voi (for one’s social superiors or for a plurality of interlocutors). For example, in Manzoni’s 19th century epic novel “The Betrothed” (I promessi sposi) Fra’ Cristoforo addresses Renzo as tu, but Lucia as Lei, and Perpetua addresses Don Abbondio as Lei, while he replies to her with voi... The use of the informal tu in social media is now prevalent, and it is almost obligatory in order to underline the spirit of online democracy. This pronoun that is appropriate for a group of one’s peers and equals is generally adopted, in the attempt to blur the distinctions between people’s different ages and social classes, but it is not universally approved. While many internauts see the use of Lei as ridiculous and outmoded, others can be embarrassed or even offended when total strangers address them with the over-familiar tu. But how did these different pronouns evolve over time? The ancient Romans addressed their semi-divine emperor as tu, but then in 293 AD, Emperor Diocletian introduced voi as a respectful form for addressing the illustrious members of the Tetrarchy. Lei finally appeared in the 1500s, due to Spanish domination, especially in southern Italy. These various forms were thus established by a very slow and gradual process of interpersonal distancing. During the period of Fascism the formal use of voi was encouraged, as it harkened back to the glories of ancient Roman, in preference to the “effeminate” pronoun Lei, which became more usual again after the war (partly coexisting with voi, which has never fallen out of general use in the south of Italy). Finally, the youthful rebels of the ‘60s started extolling (and shouting at the barricades) the “democratic” pronoun tu. Current Italian usage tends to oscillate between the informal and friendly tu and the more respectful and official Lei. As regards my homestay students and myself, we always talk to each other using the nice, simple and homely tu!
1. Cercare una buona scuola di Italiano che segua il metodo comunicativo è, ovviamente, il primo consiglio. Gli insegnanti mettono in campo un approccio attivo alla lingua attraverso materiali “autentici”, letture, riflessioni grammaticali e comprensione dei testi, visioni di video e ascolti, giochi didattici, riordini e ricostruzioni di frasi, puzzle, scambi linguistici in “corso d’opera” tra gli studenti della classe, ecc. Normalmente è possibile partecipare a una prima lezione per capire come si svolge l’insegnamento. 2. Studio e impegno. Una buona scuola e degli ottimi insegnanti non bastano a coprire tutto il ventaglio di possibilità che ti farà mettere il turbo. Il tempo dedicato al personale studio deve essere costante. Stabilisci un cronoprogramma giornaliero dove l’italiano abbia il suo posto. Impara almeno 5 vocaboli nuovi al giorno. Memorizzali con ripetizioni frequenti durante l’arco della giornata e, parlando, usali quando ti è possibile, frequentemente ma non a sproposito. Raccoglili in una rubrica alfabetica creando il tuo personale repertorio linguistico. 3. Curiosità per lingua e cultura italiana. Informati su cosa avviene in Italia. Se prendi i nostri canali televisivi, segui i programmi di attualità, di tradizioni e politica. Entrerai progressivamente nel modo di fare e di pensare italiano. 4. Leggi racconti e romanzi recenti, giornali e riviste in italiano. Ti terrai aggiornato sui cambiamenti linguistici e avrai modo di sperimentare la lingua nei suoi diversi registri. Perciò, non trascurare neanche i periodici di settore, al fine di aumentare e ampliare il tuo bagaglio lessicale. Peraltro, termini specifici dello Sport e della Cucina, ad esempio, debordano dal loro specifico campo e colorano allegramente l’eloquio. Non disdegnare niente di scritto che non sia in italiano, dagli annunci di lavoro, agli opuscoli pubblicitari, ecc. 5. Scrivi con carta e penna, evitando, quando puoi, il computer. Esprimiti inizialmente in componimenti all’insegna della brevità e della sintesi: corte frasi di fondamentale struttura, ricerca di sinonimi, uso di proverbi ed espressioni tipiche scorrano dalla tua penna. L’immagine personale della tua scrittura servirà a farti ricordare termini e quant’altro. 6. Parla appena ti è possibile: se sei in Italia, la cosa è alquanto facile. Gli italiani sono accoglienti e ben disposti verso gli stranieri, oltre che essere dei grandi chiacchieroni. Se vivi fuori dai nostri confini, frequenta luoghi di incontro degli Italiani, associazioni o centri culturali. Stringi amicizia con un madrelingua: al rapporto umano unirai l’approfondimento e la fluenza dell’eloquio. 7. Canta. Le canzoni sono l’espressione musicale della cultura di un popolo. Raccontano storie, comunicano sentimenti, sono facili da ricordare, grazie al ritmo e alle particolari sonorità. Scegli i cantanti che più chiaramente danno voce al testo: quelli degli anni 60, a tal fine, sono i migliori, come ad esempio Lucio Battisti, Mina, Gino Paoli, Luigi Tenco. Trova i filmati in Youtube, impara a memoria le canzoni, cantale assieme a loro. 8. Guarda. I Centri di Cultura Italiana organizzano rassegne cinematografiche, così come film di nuova stagione sono presenti nel circuito estero. Mentre i film stranieri che arrivano in Italia vengono doppiati e perdono così il sonoro originale, fuori ogni film mantiene la sua lingua originale, con i relativi sottotitoli. 9. Ascolta. Le registrazioni sono importanti perché abituano l’orecchio a percepire il suono delle parole e a riconoscerle. Ascolta più volte senza stancarti. Quello che ti sembrerà inizialmente incomprensibile, acquisterà con la ripetizione un suo significato. Puoi aiutarti anche con i vocabolari in linea che, oltre a presentare i termini, ne danno anche l’audio. 10. Serviti dei Social per intervenire nei dibattiti e commentare post, per proporre argomenti di interesse collettivo. Iscriviti a gruppi di scambio linguistico, cerca corrispondenti cui inviare e ricevere mail.

E’ terribile pensare che per gli antichi romani l’arrivo della primavera fosse dedicato al dio della guerra, Marte. Così, in questo mese, i guerrieri tiravano fuori scudi, lance ed elmi e gli eserciti si rimettevano in marcia, in un inizio di stagione che tende al bello ...

Le chiacchiere, chiamate con nomi diversi a seconda delle regioni d’Italia (frappe, cenci, bugie, galani, rosoni, frappole, galani, frittole, crostoli), sono dolci tipici della tradizione carnevalesca. Fantastici rettangoli di pasta più o meno allungata...

L’evento del mese si svolgeva nell’antichità tra il  15 e il 18. Somma festa pagana erano infatti i Lupercali, dedicati al fauno Luperco, festa che culminava nella februatio (da cui il nome Febbraio), ovvero in un rito di purificazione dagli influssi malefici...

L’italiano, lingua musicale, si distingue  per le mille sfumature di suono, significato e senso: le parole sono un ballo di donne che si tengono per mano. Difficile dare identità certa a un termine, così compagno di un altro...

Due verbi  diversi per indicare l’allontanarsi da noi di un ricordo di qualcosa o di qualcuno, nel tempo e nello spazio. Due parole che sembrano essere andate incontro ad usura linguistica e, confuse,  aver perduto nel corso della storia il loro senso più intimo e profondo ...

Nada Malanima, è nota più semplicemente come Nada. Toscana, nata agli iinizi degli anni 50, è una cantante, che esordisce Al Festival della Canzone italiana di Sanremo, a soli 15 anni.   La sua prima canzone fu un grandissimo successo per i ragazzi di allora. Una lunga carriera che dura nel tempo. Mettetevi alla prova con una attività di riordino !

Ancora siamo tutti imbacuccati!! Il freddo da noi sembra non finire:  secondo quanto ci racconta la tradizione e, purtroppo, ci fa vivere il meteo, il peggio dovrebbe ancora arrivare ...